di Wolfgang Staudte (Germania Est 1946, 90 min., b/n, , lingua originale, sottotitoli italiani)
E’ stato il primo film prodotto in Germania, in una Berlino completamente distrutta, dopo la fine della 2a Guerra Mondiale.
Siamo nel 1945, dopo la capitolazione, a Berlino: una città in rovina. Susanne Wallner torna da un campo di concentramento nel suo vecchio appartamento, ora occupato dal dottor Mertens, un chirurgo. Susanne e Mertens devono condividere l’appartamento. Mertens incontra Brückner, l’ex comandante del suo battaglione, che aveva creduto morto. Brückner, che durante la guerra aveva ordinato l’esecuzione di oltre 100 civili, è ora un industriale di successo. Mertens decide che la giustizia deve fare il suo corso. Susanne riesce a convincerlo che la rappresaglia per un tale crimine non deve essere presa nelle proprie mani. Piuttosto, il criminale di guerra deve essere processato in tribunale...
Museo di Arte Contemporanea San Rocco, Via Turretta 12, Trapani (2° piano)
[ICIT Trapani con Goethe-Institut Italien, Museo San Rocco, Amici del Museo San Rocco]
Seconda puntata di MIFGASH 2024 – Dialoghi e confronti con l’ebraismo
Martedì 23/01/24, ore 20,30 Museo San Rocco Via Turretta, Trapani
INGRESSO GRATUITO
ICIT Trapani Museo San Rocco Amici del Museo San Rocco in collaborazione con Goethe-Institut Italien
Film:“Hannah Ahrendt”Regia di Margarethe von Trotta
Germania 2012, 100 min. Con Barbara Sukowa e Axel Milberg.
V. o. con sottotitoli italiani
Nel 1961 Hannah Arendt è a Gerusalemme come inviata del New Yorker per scrivere del processo contro il gerarca nazista Adolf Eichmann. È convinta che stia per assistere al faccia a faccia con un mostro. Si ritrova invece davanti a un banale burocrate. A partire da questo fatto biografico prende forma il ritratto intenso di una donna coraggiosa e decisa.
Descrizione dettaglia del film
La pellicola racconta della filosofa Hannah Arendt (1906-1975), dell’analisi e delle osservazioni fatte da lei durante il processo contro Adolf Eichmann. Ritratto profondo e a tutto tondo di un intellettuale d’eccezione del XX secolo, il film rivolge lo sguardo anche agli immigrati ebrei provenienti dalla Germania nella New York degli anni ’60, diventando una testimonianza importante delle storie di quel particolare gruppo di persone.
Nel 1960 il criminale nazista Adolf Eichmann viene rapito in Argentina e portato in Israele dove viene poi processato. La scrittrice e filosofa Hannah Arendt, ebrea tedesca, si reca a Gerusalemme per conto della rivista The New Yorker. Nel 1933 Arendt aveva abbandonato la Germania e dal 1941 si era stabilita a New York. Lo stupore è grande quando l’incriminato si rivela essere un burocrate mediocre. Del mostro o del genio criminale non c’è ombra.Di dialogo in dialogo – tra la filosofa e il marito Heinrich Blücher (Axel Milberg), tra lei e gli amici di vecchia data, Hans Jonas (Ulrich Noethen), Kurt Blumenfeld (Michael Degen) e Mary McCarthy (Janet McTeer), e tra lei e la segretaria Lotte Köhler (Julia Jentsch) – lo spettatore apprende particolari della sua biografia e le ragioni politico-filosofiche dietro alla sua posizione. Al racconto si alternano frammenti della vita passata in Germania e del rapporto con il filosofo Martin Heidegger (Klaus Pohl).
Dopo due anni di lavoro intenso, l’articolo viene pubblicato nel 1963 in cinque parti. Già dopo l’uscita della prima il testo provoca uno scandalo su scala internazionale. Hannah Arendt si trasferisce in campagna per sfuggire all’attenzione pubblica. Anche tra i suoi amici c’è chi la critica duramente, accusandola di minimizzare l’Olocausto. La sua carriera accademica sembra in bilico e il Mossad, il servizio segreto israeliano, le chiede di rinunciare a raccogliere gli articoli in un libro (La banalità del male. Eichmann a Gerusalemme).
Arendt rimane però impassibile e non si tira indietro di fronte al confronto con chi la critica. Nelle lezioni universitarie che tiene d’ora in poi le aule sono gremite, gli studenti ascoltano con interesse le sue analisi e le sue impavide conclusioni. Proprio agli occhi delle generazioni più giovani la sua concezione della natura umana, il suo senso di responsabilità personale e l’impegno che c’è dietro al suo pensiero fanno di lei una guida.
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